PALERMO – “Da settimane l’opinione pubblica si ritrova spaccata a metà tra Cuffaro si Cuffaro no. C’è chi lo preferirebbe a raccogliere fichidindia, chi lo vorrebbe detenuto per sempre, chi interdetto dal pensare e chi addirittura lo preferirebbe muto. Ciononostante, qualcuno dello spessore politico e istituzionale come Claudio Fava (ex presidente della Commissione Antimafia della Regione Siciliana), Giovani Fiandaca (Garante regionale dei diritti dei detenuti), Vittorio Sgarbi, Sergio D’Elia (segretario di Nessuno Tocchi Caino) e tanti altri, hanno il coraggio e l’onestà intellettuale di dirci come realmente stanno le cose e come la nostra Costituzione prevede che vadano”. Lo dichiara Eleonora Gazziano, responsabile regionale Diritti Umani e Civili della DC Nuova.
“Questo non basta, però, a fermare gli attacchi violentissimi che sta subendo non solo Cuffaro, ma tutta la classe dirigente e tutti i candidati della DC Nuova, impegnati nella prossima imminente competizione elettorale. Pare che lorsignori abbiano tutti dimenticato che la responsabilità penale è personale. Ed è talmente misero e meschino l’atteggiamento dei molti impegnati a sputare contro Cuffaro che – continua la Gazziano – ignorano completamente (o forse fanno finta) che tappezzare la città di manifesti con slogan denigratori ma soprattutto non autorizzati si chiama attacchinaggio abusivo ed è un reato (Art 663 codice penale) e se lo si fa in anonimato è vigliaccheria”.
“E come se non bastasse, qualcuno ci riprova, questa volta tentando un attacco alla comunicazione, vogliono imbavagliare Cuffaro attraverso l’hackeraggio dei canali social, ignorando, o forse facendo finta di non sapere, che la libertà di espressione è un diritto tutelato dalle leggi. Mi chiedo e vi chiedo: vogliamo davvero credere che non si sappia che il carcere è rieducativo? Vogliamo davvero credere che certa stampa accecata dall’odio non sappia che responsabilità penale è personale? Vogliamo davvero credere che un gruppo hacker, che per mestiere manomette siti internet, sia talmente imbecille da firmarsi o addirittura farsi intervistare telefonicamente da La7 senza voler mantenere l’anonimato? E allora, chi c’è veramente dietro a tutto questo?”, conclude la Gazziano.