La famiglia occupa un posto centrale nella Dottrina Sociale della Chiesa (DSC). È considerata la cellula fondamentale della società e il primo luogo educativo dove la persona impara l’amore, la solidarietà, il rispetto, la libertà e la fede.

Già San Giovanni Paolo II, nell’esortazione apostolica Familiaris Consortio (1981), la definisce come “il santuario della vita” e la “via della Chiesa”. Benedetto XVI e Papa Francesco, con linguaggi diversi ma coerenti, ribadiscono che non esiste bene comune senza una famiglia stabile, fondata sul matrimonio tra uomo e donna, aperta alla vita e all’educazione dei figli.


1. La famiglia nella visione cristiana

Per la Dottrina Sociale:

  • La famiglia non è un fatto privato, ma un bene pubblico, essenziale per la coesione sociale e la trasmissione dei valori.
  • È società naturale anteriore allo Stato, e quindi lo Stato deve riconoscerla e sostenerla, non sostituirla.
  • Il matrimonio cristiano è fondato sull’amore fedele e indissolubile, che riflette l’amore di Cristo per la Chiesa.
  • La famiglia è anche comunità di fededi vita e di solidarietà intergenerazionale.

2. I “valori non negoziabili”

L’espressione fu resa celebre da Benedetto XVI, che ricordò ai cattolici (soprattutto impegnati in politica) che alcuni principi non possono essere soggetti a compromesso, perché appartengono alla legge naturale e alla dignità intrinseca della persona umana.

I principali “valori non negoziabili” sono:

  1. La tutela della vita umana
    • Dal concepimento alla morte naturale.
    • La Chiesa condanna aborto, eutanasia, manipolazioni genetiche e ogni pratica che riduca la vita a oggetto di mercato.
  2. Il riconoscimento e la promozione della famiglia naturale
    • Fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
    • Aperta alla procreazione e alla trasmissione della vita.
    • Contrapposta a modelli che ne svuotano la dimensione antropologica e spirituale.
  3. Il diritto dei genitori all’educazione dei figli
    • I genitori sono i primi e principali educatori.
    • Lo Stato deve rispettare e sostenere la libertà educativa della famiglia, senza imporre ideologie o visioni antropologiche riduttive (come il relativismo o l’ideologia del gender).
  4. La libertà religiosa
    • Fondamento di ogni altra libertà, perché riconosce la trascendenza della persona e la sua apertura a Dio.

3. Implicazioni sociali e politiche

Per la Dottrina Sociale della Chiesa, difendere la famiglia e i valori non negoziabili non è un atteggiamento “ideologico”, ma un atto di giustizia e di responsabilità civica.

Un cattolico, soprattutto se impegnato nella vita pubblica o politica, deve:

  • Promuovere politiche familiari che sostengano natalità, maternità, conciliazione tra lavoro e vita familiare.
  • Opporsi a normative che minano la dignità della vita o la stabilità della famiglia.
  • Operare per una cultura della vita, contro la “cultura dello scarto”.

4. Famiglia e bene comune

La famiglia è anche motore di solidarietà e di sussidiarietà:

  • Sostiene i membri più deboli (bambini, anziani, malati).
  • Educa alla gratuità, alla responsabilità, alla fraternità.
  • È il primo luogo in cui si sperimenta la giustizia e la carità.

Una società che indebolisce la famiglia, dunque, si condanna alla frammentazione e all’individualismo, perdendo la propria anima comunitaria.


Conclusione

Per la Democrazia Cristiana , la famiglia e i valori non negoziabili non sono “temi etici tra gli altri”, ma pilastri dell’ordine naturale e spirituale.
Senza di essi non c’è vera libertà, né progresso umano autentico.

Come disse San Giovanni Paolo II:

“Il futuro dell’umanità passa attraverso la famiglia.”

E come ricordò Papa Benedetto XVI:

“La difesa della vita e della famiglia non è un atto confessionale, ma un impegno razionale e umano per il bene della società.”

A cura del Dipartimento Comunicazione nazionale ed interregionale della comunicazione della Democrazia Cristiana