
La Democrazia Cristiana esprime piena solidarietà a Gianni Alemanno, che ancora una volta, con coraggio e lucidità, denuncia dall’interno le condizioni drammatiche delle carceri italiane.
Il suo “Diario di cella” non è soltanto una testimonianza personale, ma un atto di responsabilità civile che racconta un sistema che, anziché rieducare, schiaccia e disumanizza.
Il crollo di Regina Coeli, il trasferimento forzato di centinaia di detenuti a Rebibbia, il sovraffollamento insostenibile, la distruzione dei percorsi lavorativi e formativi – come quello straordinario della pizzeria del G8 – sono il segno di un fallimento collettivo.
Non è questa la giustizia che la Costituzione italiana, all’articolo 27, ha immaginato: la pena deve tendere alla rieducazione della persona, non alla sua umiliazione.
Chiediamo al Governo e al Ministro della Giustizia di ascoltare con serietà queste voci che vengono dal carcere, e di avviare una vera riforma del sistema penitenziario, fondata su umanità, sicurezza e reinserimento.
Senza dignità non c’è giustizia, e senza giustizia non c’è libertà.
A cura del Coordinamento nazionale ed interregionale della comunicazione della Democrazia Cristiana

