
Le origini: dal Partito Popolare Italiano alla nascita della Democrazia Cristiana
La storia della Democrazia Cristiana affonda le sue radici nel Partito Popolare Italiano, fondato il 18 gennaio 1919 da don Luigi Sturzo. Con il celebre appello โai liberi e fortiโ, Sturzo propose un progetto politico nuovo: ispirato alla dottrina sociale della Chiesa, ma pienamente inserito nella modernitร democratica, pluralista, rispettosa delle libertร civili e sociali. Il PPI rappresentรฒ per la prima volta una presenza autonoma dei cattolici nella vita politica italiana, dopo decenni di โnon expeditโ.
Il fascismo perรฒ pose fine a quellโesperienza. Il 9 novembre 1926, il regime sciolse il PPI: molti dirigenti furono costretti allโesilio, altri al silenzio. Lโereditร ideale, tuttavia, non venne meno. Negli anni della dittatura, soprattutto tra il 1942 e il 1943, ex popolari, giovani cattolici della FUCI, dellโAzione Cattolica e dellโassociazionismo ecclesiale ricominciarono a riflettere sul futuro politico dellโItalia post-fascista.
Il passo decisivo avvenne il 19 marzo 1943, quando in una casa romana si approvรฒ il documento โLe idee ricostruttive della Democrazia Cristianaโ, redatto da Alcide De Gasperi sotto lo pseudonimo โDemofiloโ. Quel testo segnรฒ la vera rinascita del movimento politico dei cattolici, con un nome nuovo ma con continuitร ideale con il disegno sturziano.
La DC nella Prima Repubblica: un partito di governo, un partito-societร
Dopo lโ8 settembre 1943 e nel corso della Resistenza, la nascente Democrazia Cristiana partecipรฒ attivamente al CLN e alla ricostruzione morale e politica del Paese. Alle elezioni per lโAssemblea Costituente del 1946, la DC ottenne oltre il 35% dei voti, risultando il primo partito italiano: da quel momento divenne protagonista centrale della vita politica repubblicana.
Sotto la guida di Alcide De Gasperi, la DC rappresentรฒ il perno dei governi del dopoguerra, guidando la ricostruzione, lโinserimento dellโItalia nellโOccidente democratico, il Piano Marshall, lโadesione alla NATO, la difesa della Costituzione e dellโeconomia sociale di mercato. Con il passare degli anni, il partito assunse la forma di una vera e propria โpartito-societร โ: radicato nelle parrocchie, nelle associazioni, nei sindacati cristiani, forte tra ceti medi, contadini, professionisti e lavoratori.
La DC era un partito interclassista e moderato, promotore dei valori della famiglia, dei diritti sociali, della scuola libera, dellโautonomia locale e di una visione sociale dellโeconomia. Nel clima della Guerra fredda, rappresentรฒ un baluardo dellโItalia occidentale, mantenendo un complesso ma duraturo rapporto con la Chiesa.
Allโinterno, tuttavia, non fu mai un blocco monolitico: giร dagli anni Cinquanta emersero correnti diverse โ centriste, sociali, conservatrici, progressiste della sinistra cristiana โ che da un lato esprimevano vitalitร democratica, dallโaltro generavano divisioni e tensioni destinate col tempo a crescere.
Declino, crisi, scioglimento
A partire dagli anni Settanta, e ancor piรน negli anni Ottanta, il modello del partito di massa iniziรฒ a entrare in crisi. Le trasformazioni sociali, la perdita di omogeneitร del mondo cattolico, lo scontro tra correnti, lโevoluzione dellโelettorato e il declino della politica ideologica erosero progressivamente la centralitร democristiana.
La fine della Guerra fredda tolse poi alla DC uno dei principali elementi che ne avevano garantito lโunitร : la contrapposizione al comunismo. Molti elettori iniziarono a guardare verso nuove aggregazioni.
Il colpo decisivo arrivรฒ con Tangentopoli (1992-1994): in un clima di profonda crisi del sistema politico, la DC non riuscรฌ a sopravvivere. Tra il 23 e il 26 luglio 1993, lโultima assemblea costituente decise di trasformare il partito nel nuovo Partito Popolare Italiano (PPI). In quel passaggio simbolico e doloroso, si chiudeva la storia della โBalena Biancaโ.
Molti ex democristiani confluirono in nuovi soggetti (CCD, CDU, UDC, Margherita, ecc.), dando origine a una dispersione che avrebbe caratterizzato per decenni lo spazio politico centrista e cattolico.
Tra rifondazioni, divisioni e il ritorno del nome: verso il XX Congresso del 2023
Dopo lo scioglimento, vari gruppi tentarono di far rivivere la sigla storica. Nel 2002 nacque una nuova โDemocrazia Cristianaโ, che perรฒ rimase marginale. La frammentazione politica del centro cattolico proseguรฌ per anni, senza la ricostruzione di un soggetto unitario.
Nel febbraio 2023, un nuovo gruppo politico assunse il nome di โDemocrazia Cristianaโ, rivendicando la continuitร con lo statuto storico del 1984. Ne seguรฌ, il 6-7 maggio 2023 a Roma (Hotel Sheraton), la celebrazione del XX Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana. I promotori interpretarono lโevento come un momento di chiarificazione e rilancio organizzativo, collegandolo simbolicamente al primo congresso DC del 1946.
Lโobiettivo dichiarato: ricostruire un partito di centro ispirato allโumanesimo cristiano, moderato, riformista, senza la pretesa di essere la grande โBalena Biancaโ del Novecento, ma come nuova โcasa comuneโ del cattolicesimo democratico nel XXI secolo.
Conclusione: unโereditร che continua
Dal PPI di Sturzo alla Democrazia Cristiana di De Gasperi, dal lungo ciclo della Prima Repubblica al difficile dopo-1994, fino al tentativo odierno di rilancio, la storia della DC รจ una delle piรน significative della politica italiana. ร la storia di un progetto che ha saputo coniugare libertร , responsabilitร sociale, pluralismo, identitร cristiana e democrazia.
Il XX Congresso del 2023 non rappresenta un ritorno al passato, ma il tentativo di riprendere quel patrimonio ideale e adattarlo alle sfide di oggi: una politica piรน etica, piรน popolare, piรน attenta alla persona e ai principi dellโumanesimo cristiano.
Adesso dobbiamo assolutamente “capitalizzare” l’attivitร di costruzione e progettazione del partito accogliendo l’invito del Segretario Nazionale f.f. prof.avv. Gianpiero Samorรฌ che ci ha inviato a proseguire insieme a lui nella crescita del partito – comunicazione che di riporta nella sua integritร qui di seguito:
Cari amici,
sin dallo scorso 8 novembre ho assunto ruoli e funzioni di segretario nazionale del partito ed ho atteso fino ad oggi ad esercitare i gravosi incombenti che la carica impone.
Ciรฒ per rispetto al sen Cuffaro confidando che avesse potuto chiarire al magistrato la sua estraneitร ai fatti contestati per poter riprendere in pieno ruolo e attivitร politica.
Il provvedimento emanato ieri rende inevitabile lโassunzione di una mia responsabilitร diretta anche per le motivazioni adottate che gettano unโombra che va oltre la persona del sen. Cuffaro e dellโanticipazione da parte della Procura di ulteriori filoni di indagine prossimi a conclusione.
Il partito ha quindi assoluto bisogno di uscire da questo momento critico e di riprendere dignitร e operativitร con lโadozione di un nuovo modello organizzativo.
In questo mese sia pure in silenzio, ho lavorato per creare le condizioni di una concreta ripartenza. Ho opzionato una bella sede nazionale a Roma, selezionati lโaddetto alla comunicazione esterna, lโaddetto ai social, lโaddetto allโorganizzazione e una segretaria, dipendenti pronti ad essere assunti, per creare una struttura centrale del partito sotto la direzione ed il coordinamento dei vari responsabili di settore.
Ho altresรฌ ottenuto la garanzia di significativi contributi finanziari in grado di consentire lโautonomia operativa fino alle prossime elezioni politiche.
Ho atteso la convocazione degli organi prima di dar corso concreto a questo intervento che, comprensibilmente non tutti hanno compreso nella (sua) indispensabilitร , perchรฉ ancora legati a un modello organizzativo di relazione.
Il 13 dicembre p.v. la direzione nazionale da me convocata dovrร necessariamente assumere tutte le decisioni del caso per evitare che il partito rimanga bloccato in una palude disastrosa.
Ho poi predisposto una bozza di programma su 5 macrotemi che, sottoposto agli organi, con modifiche o integrazioni rappresenti la indispensabile base culturale etica e socio economica per tutti coloro che hanno aderito o vorranno aderire alla Democrazia Cristiana, consentendo di aprire un dibattito tanto sui social che sui media rendendo riconoscibile la peculiaritร del nostro partito.
Sono fin da ora a disposizione di chiunque desiderasse parlarmi o incontrarmi e a giorni indicherรฒ sul sito nazionale un numero di telefono ed una mail appositamente dedicati.
Per ora un cordiale saluto a tutti
Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana f.f.
Prof. Avv. Gianpiero Samorรฌ
****a cura del Coordinamento nazionale ed interregionale della Comunicazione della Democrazia Cristiana*****





