Al momento stai visualizzando La storia della Democrazia Cristiana: dalle radici popolari di don Sturzo al XX Congresso del 2023

Le origini: dal Partito Popolare Italiano alla nascita della Democrazia Cristiana

La storia della Democrazia Cristiana affonda le sue radici nel Partito Popolare Italiano, fondato il 18 gennaio 1919 da don Luigi Sturzo. Con il celebre appello โ€œai liberi e fortiโ€, Sturzo propose un progetto politico nuovo: ispirato alla dottrina sociale della Chiesa, ma pienamente inserito nella modernitร  democratica, pluralista, rispettosa delle libertร  civili e sociali. Il PPI rappresentรฒ per la prima volta una presenza autonoma dei cattolici nella vita politica italiana, dopo decenni di โ€œnon expeditโ€.

Il fascismo perรฒ pose fine a quellโ€™esperienza. Il 9 novembre 1926, il regime sciolse il PPI: molti dirigenti furono costretti allโ€™esilio, altri al silenzio. Lโ€™ereditร  ideale, tuttavia, non venne meno. Negli anni della dittatura, soprattutto tra il 1942 e il 1943, ex popolari, giovani cattolici della FUCI, dellโ€™Azione Cattolica e dellโ€™associazionismo ecclesiale ricominciarono a riflettere sul futuro politico dellโ€™Italia post-fascista.

Il passo decisivo avvenne il 19 marzo 1943, quando in una casa romana si approvรฒ il documento โ€œLe idee ricostruttive della Democrazia Cristianaโ€, redatto da Alcide De Gasperi sotto lo pseudonimo โ€œDemofiloโ€. Quel testo segnรฒ la vera rinascita del movimento politico dei cattolici, con un nome nuovo ma con continuitร  ideale con il disegno sturziano.


La DC nella Prima Repubblica: un partito di governo, un partito-societร 

Dopo lโ€™8 settembre 1943 e nel corso della Resistenza, la nascente Democrazia Cristiana partecipรฒ attivamente al CLN e alla ricostruzione morale e politica del Paese. Alle elezioni per lโ€™Assemblea Costituente del 1946, la DC ottenne oltre il 35% dei voti, risultando il primo partito italiano: da quel momento divenne protagonista centrale della vita politica repubblicana.

Sotto la guida di Alcide De Gasperi, la DC rappresentรฒ il perno dei governi del dopoguerra, guidando la ricostruzione, lโ€™inserimento dellโ€™Italia nellโ€™Occidente democratico, il Piano Marshall, lโ€™adesione alla NATO, la difesa della Costituzione e dellโ€™economia sociale di mercato. Con il passare degli anni, il partito assunse la forma di una vera e propria โ€œpartito-societร โ€: radicato nelle parrocchie, nelle associazioni, nei sindacati cristiani, forte tra ceti medi, contadini, professionisti e lavoratori.

La DC era un partito interclassista e moderato, promotore dei valori della famiglia, dei diritti sociali, della scuola libera, dellโ€™autonomia locale e di una visione sociale dellโ€™economia. Nel clima della Guerra fredda, rappresentรฒ un baluardo dellโ€™Italia occidentale, mantenendo un complesso ma duraturo rapporto con la Chiesa.

Allโ€™interno, tuttavia, non fu mai un blocco monolitico: giร  dagli anni Cinquanta emersero correnti diverse โ€” centriste, sociali, conservatrici, progressiste della sinistra cristiana โ€” che da un lato esprimevano vitalitร  democratica, dallโ€™altro generavano divisioni e tensioni destinate col tempo a crescere.


Declino, crisi, scioglimento

A partire dagli anni Settanta, e ancor piรน negli anni Ottanta, il modello del partito di massa iniziรฒ a entrare in crisi. Le trasformazioni sociali, la perdita di omogeneitร  del mondo cattolico, lo scontro tra correnti, lโ€™evoluzione dellโ€™elettorato e il declino della politica ideologica erosero progressivamente la centralitร  democristiana.

La fine della Guerra fredda tolse poi alla DC uno dei principali elementi che ne avevano garantito lโ€™unitร : la contrapposizione al comunismo. Molti elettori iniziarono a guardare verso nuove aggregazioni.

Il colpo decisivo arrivรฒ con Tangentopoli (1992-1994): in un clima di profonda crisi del sistema politico, la DC non riuscรฌ a sopravvivere. Tra il 23 e il 26 luglio 1993, lโ€™ultima assemblea costituente decise di trasformare il partito nel nuovo Partito Popolare Italiano (PPI). In quel passaggio simbolico e doloroso, si chiudeva la storia della โ€œBalena Biancaโ€.

Molti ex democristiani confluirono in nuovi soggetti (CCD, CDU, UDC, Margherita, ecc.), dando origine a una dispersione che avrebbe caratterizzato per decenni lo spazio politico centrista e cattolico.


Tra rifondazioni, divisioni e il ritorno del nome: verso il XX Congresso del 2023

Dopo lo scioglimento, vari gruppi tentarono di far rivivere la sigla storica. Nel 2002 nacque una nuova โ€œDemocrazia Cristianaโ€, che perรฒ rimase marginale. La frammentazione politica del centro cattolico proseguรฌ per anni, senza la ricostruzione di un soggetto unitario.

Nel febbraio 2023, un nuovo gruppo politico assunse il nome di โ€œDemocrazia Cristianaโ€, rivendicando la continuitร  con lo statuto storico del 1984. Ne seguรฌ, il 6-7 maggio 2023 a Roma (Hotel Sheraton), la celebrazione del XX Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana. I promotori interpretarono lโ€™evento come un momento di chiarificazione e rilancio organizzativo, collegandolo simbolicamente al primo congresso DC del 1946.

Lโ€™obiettivo dichiarato: ricostruire un partito di centro ispirato allโ€™umanesimo cristiano, moderato, riformista, senza la pretesa di essere la grande โ€œBalena Biancaโ€ del Novecento, ma come nuova โ€œcasa comuneโ€ del cattolicesimo democratico nel XXI secolo.


Conclusione: unโ€™ereditร  che continua

Dal PPI di Sturzo alla Democrazia Cristiana di De Gasperi, dal lungo ciclo della Prima Repubblica al difficile dopo-1994, fino al tentativo odierno di rilancio, la storia della DC รจ una delle piรน significative della politica italiana. รˆ la storia di un progetto che ha saputo coniugare libertร , responsabilitร  sociale, pluralismo, identitร  cristiana e democrazia.

Il XX Congresso del 2023 non rappresenta un ritorno al passato, ma il tentativo di riprendere quel patrimonio ideale e adattarlo alle sfide di oggi: una politica piรน etica, piรน popolare, piรน attenta alla persona e ai principi dellโ€™umanesimo cristiano.

Adesso dobbiamo assolutamente “capitalizzare” l’attivitร  di costruzione e progettazione del partito accogliendo l’invito del Segretario Nazionale f.f. prof.avv. Gianpiero Samorรฌ che ci ha inviato a proseguire insieme a lui nella crescita del partito – comunicazione che di riporta nella sua integritร  qui di seguito:

Cari amici,

sin dallo scorso 8 novembre ho assunto ruoli e funzioni di segretario nazionale del partito ed ho atteso fino ad oggi ad esercitare i gravosi incombenti che la carica impone.

Ciรฒ per rispetto al sen Cuffaro confidando che avesse potuto chiarire al magistrato la sua estraneitร  ai fatti contestati per poter riprendere in pieno ruolo e attivitร  politica.

Il provvedimento emanato ieri rende inevitabile lโ€™assunzione di una mia responsabilitร  diretta anche per le motivazioni adottate che gettano unโ€™ombra che va oltre la persona del sen. Cuffaro e dellโ€™anticipazione da parte della Procura di ulteriori filoni di indagine prossimi a conclusione.

Il partito ha quindi assoluto bisogno di uscire da questo momento critico e di riprendere dignitร  e operativitร  con lโ€™adozione di un nuovo modello organizzativo.

In questo mese sia pure in silenzio, ho lavorato per creare le condizioni di una concreta ripartenza. Ho opzionato una bella sede nazionale a Roma, selezionati lโ€™addetto alla comunicazione esterna, lโ€™addetto ai social, lโ€™addetto allโ€™organizzazione e una segretaria, dipendenti pronti ad essere assunti, per creare una struttura centrale del partito sotto la direzione ed il coordinamento dei vari responsabili di settore.

Ho altresรฌ ottenuto la garanzia di significativi contributi finanziari in grado di consentire lโ€™autonomia operativa fino alle prossime elezioni politiche.

Ho atteso la convocazione degli organi prima di dar corso concreto a questo intervento che, comprensibilmente non tutti hanno compreso nella (sua) indispensabilitร , perchรฉ ancora legati a un modello organizzativo di relazione.

Il 13 dicembre p.v. la direzione nazionale da me convocata dovrร  necessariamente assumere tutte le decisioni del caso per evitare che il partito rimanga bloccato in una palude disastrosa.

Ho poi predisposto una bozza di programma su 5 macrotemi che, sottoposto agli organi, con modifiche o integrazioni rappresenti la indispensabile base culturale etica e socio economica per tutti coloro che hanno aderito o vorranno aderire alla Democrazia Cristiana, consentendo di aprire un dibattito tanto sui social che sui media rendendo riconoscibile la peculiaritร  del nostro partito.

Sono fin da ora a disposizione di chiunque desiderasse parlarmi o incontrarmi e a giorni indicherรฒ sul sito nazionale un numero di telefono ed una mail appositamente dedicati.

Per ora un cordiale saluto a tutti

Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana f.f.

Prof. Avv. Gianpiero Samorรฌ  

****a cura del Coordinamento nazionale ed interregionale della Comunicazione della Democrazia Cristiana*****